Una modella scatena le polemiche affermando che Dio avrebbe amato le persone che lavorano nell’industria del sesso

Oggi vogliamo parlare di un tema controverso e a darci lo spunto sarà la modella Nita Marie. Il suo pensiero è un pensiero condiviso da molti, ma che trova anche molti dinieghi. L’industria dell’intrattenimento per adulti si è allontanata dalla chiesa per via dei giudizi, a volte spietati dei cristiani. Ma il pensiero di Dio in proposito, quale sarebbe stato?

modella

Per Nostro Signore, non siamo tutti uguali? Non siamo tutti sui figli? E le pecorelle smarrite, se questo è il pensiero comune, non dovrebbero essere salvate e avvicinate alle Chiesa? Quesiti esistenti da quando esiste il mondo e che molto probabilmente non troveranno mai un riscontro comune.

Nita Mike e la lotta contro la discriminazione dei sex worker

Nita Marie, non si vergogna della sua sessualità e la rende di dominio pubblico, considerandola un dono divino e scatenando online un dibattito molto acceso. Nita, convintamente cristiana attira le attenzioni su di se affermando di aver chiesto a Dio se doveva continuare a fare gli strip e dicendo di aver ricevuto da parte del Signore, una risposta affermativa.

Dio

E come se non bastasse, sul Daily Star, ha voluto aggiungere un po’ di pepe, affermando che a Dio sarebbero piaciute le persone che lavorano nel mondo del sesso. La 45enne afferma che Dio non avrebbe discriminato i sex workers, ma li avrebbe amati indistintamente, considerandoli delle persone.

Molti cristiani sono insorti e intervenendo al dibattito hanno affermato che dovrebbe vergognarsi accusandola di essere una persona vergognosa e una truffatrice. Ma l’influencer con più di 953mila followers su Instagram, porta avanti il suo pensiero e la sua battaglia, per dimostrare che si può essere sia sensuali che pii.

La modella che vive guadagnando su Onlyfan, una piattaforma che propone contenuti sessualmente espliciti continuerà a dar voce ai sex walker perché crede fermamente che Dio non li avrebbe giudicati, ma avrebbe capito che si può essere cristiani e praticanti, anche lavorando con il proprio corpo, in un’industria che conta milioni di persone.