Gli Angeli Custodi e l’esperienza dei Papi con queste creature di luce

Papa Giovanni Paolo II disse il 6 agosto 1986: «È molto significativo che Dio affidi agli angeli i suoi piccoli figli, che hanno sempre bisogno di cura e di protezione».
Pio XI invocava il suo angelo custode all’inizio e alla fine di ogni giorno e, spesso, durante il giorno, specialmente quando le cose si ingarbugliavano. Raccomandava la devozione agli angeli custodi e nel congedarsi diceva: «Che il Signore ti benedica e il tuo angelo ti accompagni». Giovanni XXIII, delegato apostolico in Turchia e in Grecia disse: «Quando con qualcuno devo sostenere una conversazione difficile, ho l’abitudine di chiedere al mio angelo custode di parlare all’angelo custode della persona con cui devo incontrarmi, perché mi aiuti a trovare la soluzione al problema».
Pio XII diceva il 3 ottobre 1958 ad alcuni pellegrini nordamericani riguardo agli angeli: «Essi erano nelle città che avete visitato, ed erano vostri compagni di viaggio».
Un’altra volta in un radiomessaggio disse: «Abbiate molta familiarità con gli angeli… Se Dio vuole, passerete tutta l’eternità nella gioia con gli angeli; imparate a conoscerli fin d’ora. La familiarità con gli angeli ci infonde un sentimento di sicurezza personale».
Giovanni XXIII, in una confidenza ad un vescovo canadese, attribuì l’idea della convocazione del Concilio Vaticano II al proprio angelo custode, e raccomandava ai genitori che inculcassero ai propri figli la devozione all’angelo custode. «L’angelo custode è un buon consigliere, intercede presso Dio in nostro favore; ci aiuta nelle nostre necessità, ci difende dai pericoli e ci preserva dagli incidenti. Mi piacerebbe che i fedeli sentissero tutta la grandezza di questa protezione degli angeli» (24 ottobre 1962).
E ai sacerdoti disse: «Chiediamo al nostro angelo custode che ci assista nella recita quotidiana dell’Ufficio divino affinché lo recitiamo con dignità, attenzione e devozione, sia gradito a Dio, utile per noi e per i nostri fratelli» (6 gennaio 1962).
Nella liturgia del giorno della loro festa (2 ottobre) si dice che sono «celesti compagni affinché non periamo di fronte agli insidiosi assalti dei nemici». Invochiamoli con frequenza e non dimentichiamo che anche nei luoghi più nascosti e solitari c’è qualcuno che ci accompagna. Per questo san Bernardo consiglia: «Vai sempre con prudenza, come uno cha ha sempre presente il proprio angelo in tutti i percorsi».

Sei cosciente che il tuo angelo osserva quello che fai? Lo ami?
Mary Drahos racconta nel suo libro “Gli angeli di Dio, nostri custodi” che, durante la guerra del Golfo, un pilota nordamericano aveva molta paura di morire. Un giorno, prima di una missione aerea, era molto nervoso e preoccupato. Subito qualcuno si presentò al suo fianco e lo tranquillizzò dicendogli che tutto sarebbe andato bene… e sparì. Egli comprese che era stato un angelo di Dio, forse il suo angelo custode, e rimase completamente tranquillo e sereno per quello che sarebbe avvenuto in futuro. Quanto accaduto lo raccontò poi in una trasmissione televisiva nel suo paese.
Mons. Peyron riferisce l’episodio che gli raccontò una persona degna di fede che conosceva. Il tutto avvenne a Torino nel 1995. La signora L. C. (volle mantenere l’anonimato) era molto devota all’angelo custode. Un giorno andò al mercato di Porta Palazzo a fare la spesa e, tornando a casa, si sentì male. Entrò nella chiesa dei Santi Martiri, in via Garibaldi, a riposarsi un po’ e chiese al suo angelo che l’aiutasse ad arrivare a casa, ubicata in corso Oporto, l’attuale corso Matteotti. Sentendosi un poco meglio, uscì di chiesa e una bimbetta di nove o dieci anni le si avvicinò in modo amabile e sorridente. Le chiese che le indicasse il cammino per andare a Porta Nuova e la donna le rispose che andava anche lei verso quella strada e che potevano andare insieme. La bambina, vedendo che la donna non si sentiva bene e che appariva stanca, le chiese che le lasciasse portare la cesta della spesa. «Non puoi, è troppo pesante per te», le rispose.
«Dammela, dammela, io voglio aiutarti», insistette la bambina.
Fecero insieme il percorso e la signora era stupita della felicità e della simpatia della bambina. Le fece molte domande riguardo a casa sua e la sua famiglia, ma la bambina sviava la conversazione. Infine giunsero a casa della signora. La bambina lasciò la cesta sulla porta di casa e sparì senza lasciar traccia, prima che lei potesse dirle grazie. Da quel giorno la signora L. C. fu più devota al suo angelo custode, che ebbe la gentilezza di aiutarla in modo tangibile in un momento di necessità, sotto la figura di una bella bambina.