La devozione per eccellenza che ogni Cristiano deve fare

LA DEVOZIONE ALLA SS TRINITA’

ECCELLENZA. a) è la devozione delle divozioni; ad essa debbono convergere tutte le altre. Alla Trinità sono rivolti, direttamente o indirettamente, tuttì gli atti di culto, tutte le pratiche di pietà perché Essa è la fonte da cui ci vengono tutti i beni naturali e sovrannaturali è la causa e il fine di ogni essere.

b) è la divozione della Chiesa che tutto fa nel Nome della Trinità!

c) è stata la divozione di Gesù stesso e di Maria, durante la loro vita ed è e sarà in eterno la divozione di tutto il paradiso, che non si stancherà di ripetere: Santo, Santo, Santo !

d) S. Vincenzo de’ Paoli aveva un amore tutto particolare per questo mistero. Consigliava che

1) sì facessero di essi frequenti atti di fede;

2) lo si insegnasse a tutti quelli che l’ignoravano, essendo questa conoscenza necessaria all’eterna salute;

3) se ne celebrasse solennemente la festa.

Maria e la Trinità. S. Gregorio Taumaturgo avendo pregato Dio di illuminarlo su questo mistero, gli comparve Maria SS. che incaricò S. Giovanni Ev. dì spiegarglielo; ed egli mise per iscritto gli insegnamenti avuti.

PRATICHE. 1) Il segno della Croce. Morendo sulla croce e insegnando la formola del Battesimo, Gesù ha fornito ì due elementi che lo compongono; non c’era che da unirli assieme. Da prima però ci si limitava ad una croce sulla fronte. Prudenzio (sec. VI) parla di una piccola croce sulle labbra, come si fa ora al Vangelo. Il segno di croce attuale lo troviamo in uso in Oriente nel sec. VIII. Per l’Occidente non abbiamo testimonianza anteriore al sec. XII. Da prima lo si faceva con tre dita, a ricordo della Trinità: per opera dei Benedettini si introdusse l’uso di farlo con tutte le dita.

2) Il Gloria Patri. E’ la preghiera più nota dopo il Pater e l’Ave; è la giaculatoria della Chiesa, che essa da 15 secoli non cessa di ripetere nella sua liturgia. E’ chiamata Dossologia (lode) minore, per distinguerla dalla maggiore cioè il Gloria in excelsis.

Da prima era accompagnata da una genuflessione. Anche ora il sacerdote nelle preghiere liturgiche ed i fedeli nella recita privata dell’Angelus e del Rosario al Gloria piegano il capo. Sarebbe da augurarsi che una sì bella preghiera non fosse solo considerata come un’appendice del Pater e dell’Ave o dei Salmi, ma formasse una preghiera a sè di lode e di adorazione alla Trinita. Per la recita di 3 Gloria per ringraziar Dio dei privilegi concessi a Maria SS.

IL PIù BELL’OSSEQUIO che possiamo fare alla Trinità è compiacerci che la sua gloria increata, infinita, eterna, essenziale, quella che Dio ha in sè, per sè, da sè, che le 3 divine persone si dànno a vicenda, quella gloria che è Dio stesso, non venga mai meno, non possa mai essere diminuita da tutti gli sforzi dell’ inferno. Ecco il significato del Gloria. Ma con esso intendiamo ancora di augurarci che a questa gloria intrinseca, si aggiunga l’estrinseca. Vorremmo che tutti gli esseri ragionevoli lo conoscessero, lo amassero e l’obbedissero ora e sempre. Ma qual contraddizione se mentre recitiamo questa preghiera non fossimo in grazia di Dio e non facessimo la sua volontà!

S. BEDA diceva: « Dio più che con le parole si loda con le opere». Egli però fu eccellente nel lodarlo con le parole e con le opere e morì nel dì dell’Ascensione (731) cantando in coro il Gloria e passò a cantarlo in cielo con i beati per tutta l’eternità.

S. FRANCESCO D’Assisi non poteva saziarsi di ripetere il Gloria e consigliava questa pratica ai suoi discepoli: specialmente lo raccomandò ad un frate laico malcontento del suo stato: « Impara questo versetto, o fratello carissimo, e possiederai tutta la S. Scrittura ».

S. MADDALENA DE’ PAZZI si inchinava al Gloria, figurandosi di offrire il capo al carnefice e Dio l’assicurò del premio del martirio.

S. ANDREA FOURNET lo recitava almeno 300 volte al giorno.

3) Novena fatta con qualunque preghiera e in qualunque tempo.

4) La Festa. Ogni domenica era destinata a celebrare, oltrechè la Risurrezione di Cristo, anche il mistero della Trinità, che Gesù ci aveva rivelato e la cui Redenzione ci aveva meritato di poter un giorno contemplare e godere. Dal sec. V o VI la domenica di Pentecoste aveva quale Prefazio proprio quello che è ora della festa della Trinità e che solo nel 1759 divenne proprio di tutte le domeniche fuori quaresima. E così la la domenica di Pentecoste fu scelta da Giovanni XXII (1334) a ricordare in modo particolare questo mistero.

Le altre feste celebrano l’opera di Dio verso gli uomini, per eccitarci alla riconoscenza ed all’amore. Questa ci solleva alla contemplazione della vita intima di Dio e ci eccita all’umile adorazione.

DOVERI VERSO LA TRINITA. a) Le dobbiamo l’omaggio dell’intelligenza

1) studiando profondamente quel mistero che ci dà un concetto così alto della imperscrutabile grandezza di Dio e ci aiuta a comprendere il mistero dell’Incarnazione, che è una specie di rivelazione reale della Trinità;

2) credendolo fermamente benchè superiore (non contrario) alla ragione. Dio non può essere compreso dalla nostra intelligenza così limitata. Se lo comprendessimo non sarebbe più infinito. Davanti a tanto mistero crediamo e adoriamo.

b) L’omaggio del cuore amandola come nostro principio ed ultimo fine. Il Padre come Creatore, il Figlio come Redentore, lo Spirito Santo come Santificatore. Amiamo la Trinità: 1) nel cui nome siamo nati alla grazia nel battesimo e rinati tante volte nella Confessione; 2) la cui immagine portiamo scolpita nell’anima;

3) che dovrà formare la nostra eterna felicità.

c) L’omaggio della volontà; osservando la sua legge. Gesù promette che in premio la SS. Trinità verrà ad abitare in noi.

d) L’omaggio della nostra imitazione. Le tre persone hanno una intelligenza sola ed una sola volontà. Ciò che pensa, vuole e fa una persona; lo pensano, lo vogliono e lo fanno anche le altre due. Oh, quale perfetto e mirabile modello di concordia e di amore.

Novena alla SS. Trinità. Nel Nome del Padre ecc.

ETERNO PADRE, ti ringrazio che mi hai creato col tuo amore; ti prego di salvarmi colla tua misericordia infinita per i meriti di Gesù Cristo. Gloria.

ETERNO FIGLIO, ti ringrazio che mi hai redento col tuo Sangue preziosissimo; ti prego di santificarmi coi tuoi meriti infiniti. Gloria.

ETERNO SPIRITO SANTO, ti ringrazio che mi hai adottato coli la tua grazia divina; ti prego di perfezionarmi con la tua carità infinita. Gloria.

ORAZIONE. Onnipotente sempiterno Dio, che concedesti ai tuoi servi di conoscere, mediante la vera fede, la gloria dell’eterna Trinità e di adorarne l’Unità nella potenza della sua Maestà, concedici, te ne preghiamo, di essere, dalla fermezza della stessa fede, protetti contro ogni avversità. Per Cristo Nostro Signore. Così sia.

Consacrazione. Io offro e consacro a Dio tutto ciò che è in me: la mia memoria e le mie azioni a Dio PADRE; il mio intelletto e le mie parole a Dio FIGLIO; la mia volontà ed i miei pensieri a Dio SPIRITO SANTO; il mio cuore, il mio corpo, la mia lingua, i miei sensi e tutti i miei dolori alla sacratissima UMANITA’ di Gesù Cristo « che non esitò di darsi in mano degli empi e di subire il tormento della croce ».

Dal Messale. Onnipotente e sempiterno Dio, concedici un aumento di fede, di speranza e di carità; e, affinchè meritiamo di conseguire ciò che prometti, fa che amiamo ciò che comandi. Per Cristo Nostro Signore. Così sia.

In te credo; in te spero, te amo, te adoro, o beata Trinità, che sei un solo Dio: abbi pietà di me adesso e nell’ora della mia morte e salvami.

O SS. Trinità, che, con la vostra grazia, abitate nell’anima mia, io vi adoro.

O SS. Trinità, ecc., fate che v’ami sempre più.

O SS. Trinità ecc., santificatemi sempre più.

Restate con me, Signore, e siate il vero mio gaudio.

Con tutto il cuore confessiamo, lodiamo e benediciamo te, Dio Padre ingenito, Te Figlio Unigenito, te Spirito S. Paraclito, santa e individua Trinità.

SS. Trinità, ti adoriamo e per mezzo di Maria ti preghiamo di dare a tutti noi l’unità nella fede ed il proposito di confessarla fedelmente.

Sia gloria al Padre che mi ha creato, al Figlio che mi ha redento, allo Spirito S. che mi ha santificato.