La fede è credere in Dio e in se stessi


Troppe volte ci limitiamo, troppe volte ci accontentiamo ed aspettiamo. Aspettiamo che le cose cambino da sole e ci trasciniamo in situazioni o relazioni scomode e che magari ci fanno soffrire. Nella vita capita spesso di dover decidere di chiudere capitoli importanti a causa di numerosi fattori umani, psicologici, intimi e anche spirituali. Agire per logica non è facile; in certe situazioni bisogna fare i conti con la propria anima. In realtà basterebbe tagliare i rami secchi per liberarci, per sentire nuove energie e sentirci in grado di affrontare diversamente la vita rendendola ricca di nuovi scopi. Lasciarsi morire per altruismo, non credo sia una scelta troppo cristiana. Il cristianesimo ci insegna infatti proprio il rispetto di noi stessi, accompagnato a quello degli altri. Non si dovrebbe mai permettere a nessuno di calpestare la dignità delle persone, approfittarsi del bene degli individui a proprio piacimento, magari soltanto per un tornaconto.

Quando questo accade, bisogna raccogliere tutte le forze e far valere prima di tutto l ’amore per noi stessi. E’ importante credere sul serio, iniziando ad ascoltare, allontanando la naturale suscettibilità, facendo prevalere il quieto vivere, riscoprire e dare un senso all’amor di pace, e amare come ci viene insegnato dalle Sacre Scritture. In fondo la vita ci riserva la possibilità di dover fare scelte che portano a dare un taglio a ciò che fino a ieri consideravamo nostri punti fermi. Il Signore ci ha fornito i mezzi necessari, il suo insegnamento, ad indicarci la retta via da seguire. Certamente, andare fuori strada, è solo affar nostro, quindi ci dobbiamo sentire i soli responsabili per fatti che alla fine amareggiano il nostro cuore e ci rendono la vita impossibile. Avessimo dato ascolto e messo in pratica ciò che ci è stato insegnato, probabilmente non sarebbe accaduto l’irreparabile con tutto ciò che ci ferisce. Dobbiamo avere il coraggio di riuscire a potare ciò che rischierebbe di far ammalare tutta una pianta. L’amore per il Signore ci porta a credere che ogni cosa accanto a noi, che sia lontana dai Suoi suggerimenti e dalle Sue attenzioni nei nostri confronti, è male.


In una sua parabola indicava ai Suoi discepoli di andare nei villaggi tra la gente e portare la parola del Padre Suo, ma anche di scuotere i sandali e andar via dai luoghi dove non erano ben accettati, sia loro che i loro insegnamenti Evangelici. Cosa è questo se non tagliare fuori dalla propria vita il male? Dobbiamo avere la forza di amare ad oltranza, il bene oltre il limite; continuare ad amare lo stesso e con più forza anche chi crediamo non debba far più parte della nostra vita. Se capissimo di non poter più essere d’aiuto a nessuno a causa di un elemento negativo che verte attorno alla nostra esistenza, e che da soli non fossimo capaci di liberarcene, senza alcuna esitazione chiediamo aiuto al Signore al fine di allontanare l’oggetto dello scandalo. L’ignoto ci fa paura e qualche volta ostacola la nostra voglia di rinascita e di evasione. Eppure proprio quel vuoto, che ci fa tanta paura affrontare, è un alleato non un nemico. Gustiamolo, ascoltiamolo, sediamoci ad osservarlo, e ci renderemo conto che non è poi così spaventoso come sembrava.