Pillole di Fede 13 Febbraio “Crea in me, o Dio, un cuore puro”

Dove può trovare riposo e sicurezza la nostra fragilità se non nelle piaghe del Signore? Vi resto con tanta più fiducia quanto più è grande la sua forza di salvarmi. Il mondo vacilla, il corpo pesa con la sua mole, il demonio tende insidie: ma io non cado perché mi trovo su una solida roccia… Quanto mi manca per causa mia, lo prendo con fiducia nelle viscere misericordiose del Signore, perché il suo corpo è squarciato abbastanza affinché si spanda tutto il suo amore.

Hanno forato le sue mani e i suoi piedi e il costato con un colpo di lancia (Gv 19,34). Attraverso questi fori spalancati, posso gustare il miele di roccia (Sal 81,17) e l’olio che discende dalla pietra durissima, cioè vedere e gustare quanto è buono il Signore (Sal 34,9). Egli pensava progetti di pace ed io non lo sapevo (cfr Ger 29,11)… Ma il chiodo che penetra in lui è divenuto per me chiave che mi apre il mistero dei suoi disegni. Come non vedere attraverso queste aperture? I chiodi e le piaghe gridano che veramente, nella persona di Cristo, Dio riconcilia il mondo a sé (2Co 5,19). Il ferro ha trafitto il suo essere e toccato il suo cuore, affinché sappia compatire la mia natura vulnerabile. Il segreto del suo cuore è messo a nudo nelle piaghe del suo corpo: si vede ormai scoperto il mistero di bontà infinita, questa bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge” (Lc 1,78). Come poteva quel cuore non manifestarsi attraverso quelle piaghe? Come mostrare più chiaramente che con le tue piaghe tu, Signore, sei dolce e pietoso e pieno di misericordia? Poiché non c’è compassione più grande che dare la propria vita per coloro che sono destinati alla morte (cfr Gv 15,13).