Devozione a Gesù: il modo in cui il Signore onora i sacerdoti

Il modo in cui il Signore onora i sacerdoti

Ascoltate dunque, eserciti ed angeli miei! Ho scelto dei sacerdoti al di sopra degli angeli e degli altri uomini e ho dato loro il potere di consacrare il mio cor­po e di toccarlo. Se avessi voluto, avrei potuto affidare una funzione del genere agli angeli, ma amo a tal punto i sacerdoti che li ho innalzati a un simile onore e li ho ordinati affinché presenziassero davanti a me, disposti in sette livelli. Dovevano essere pazienti come pecore, costanti come muri dalle fondamenta stabili, pieni di vi­ta e generosi come soldati, saggi come serpenti, pudichi come vergini, puri come angeli, animati da un amore ar­dente come quello di una sposa che si avvicina al talamo nuziale. Ora, si sono allontanati da me con cattiveria, sono selvaggi come lupi che rapiscono le pecore, imbattibili quanto a fame e avidità. Non onorano nessuno e non hanno vergogna di chicchessia. In secondo luogo, sono incostanti come le pietre di una muraglia in rovina, perché diffidano delle fondamen­ta, ossia del loro Dio, come se egli non potesse soddisfare le loro esigenze o non volesse nutrirli e sostentarli. In terzo luogo, sono sprofondati e sono stati avvolti dalle tenebre, come dei ladroni che camminano nella cecità dei propri vizi. Non hanno affatto il coraggio dei soldati, necessario per combattere per l’onore e la gloria di Dio, né hanno la generosità che occorre per compie­re azioni eroiche. In quarto luogo, diventano pigri come asini che ten­gono la testa bassa: similmente sono stolti e insensati poiché pensano sempre alle cose mondane, senza rivol­gere la mente al cielo e alle cose future. In quinto luogo, sono impudenti come cortigiane: mi camminano davanti con insolenza nei loro abiti im-pertinenti e tutte le loro membra esprimono la loro lus­suria. In sesto luogo, sono sudici come la pece: tutti quelli che si avvicinano loro ne sono offuscati e imbrattati. In settimo luogo, sono abominevoli… Solo certi preti si accostano a me con dissimulazione, come se fossero dei traditori, Tuttavia io, che sono Dio e Signore di tutte le creature in cielo come in terra, vado loro incontro; dopo che il sacerdote ha pronunciato le parole Questo è il mio corpo sull’altare, davanti a lui io sono vero Dio e vero uomo. Mi affretto verso i miei ministri come uno sposo innamorato, per provare e gustare assieme a loro i sacri piaceri della mia divinità; ma, ahimè, non trovo posto nel loro cuore. Ascoltate ancora, amici miei, quanta dignità conferisco ai sacerdoti al di sopra degli angeli e degli uomini: ho dato loro il potere di fare cinque cose: legare e sciogliere in terra e in cielo; trasformare i miei nemici in amici di Dio, e i demoni peccatori in angeli virtuosi; predicare la mia parola; consacrare e santificare il mio corpo, cosa che nessun angelo può fare; toccare il mio corpo, cosa che nessuno di voi oserebbe fare». Libro IV, 133