Vangelo di oggi 8 Marzo 2020 con commento

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,1-9.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete».
Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

San Leone Magno (? – ca 461)
papa e dottore della Chiesa

Discorso 51 (64), SC 74 bis
“Questi è il Figlio mio prediletto… Ascoltatelo”
Gli apostoli, che dovevano esser confermati nella fede, nel prodigio della Trasfigurazione hanno ricevuto un insegnamento adatto a condurli alla conoscenza di ogni cosa. Infatti Mosè ed Elia, cioè la Legge e i Profeti, sono apparsi in conversazione col Signore… Come dice san Giovanni: “Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,17).

L’apostolo Pietro era per così dire rapito in estasi dal desiderio dei beni eterni; pieno di gioia per tale visione, desiderava abitare con Gesù in un luogo dove la gloria così manifestata lo colmasse di gioia. Dice allora: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Ma il Signore non risponde alla proposta, per far capire non certo che quel desiderio fosse cattivo, ma che era rimandato. Poiché il mondo non poteva esser salvato che dalla morte di Cristo, e l’esempio del Signore invitava la fede dei credenti a comprendere che, senza dubitare della felicità promessa, dobbiamo tuttavia, nelle tentazioni della vita, chiedere la pazienza piuttosto che la gloria, poiché la felicità del regno non può precedere il tempo della sofferenza.

Ecco perché, mentre parlava ancora una nube luminosa li avvolse, ed ecco dalla nube una voce ha proclamato: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”… Questi è il mio Figlio, tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. (Gv 1,3) ll Padre mio opera sempre e anch’io opero. il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. (Gv 5,17-19)… Questi è il mio Figlio, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (Fil 2,6ss), per operare il disegno comune della restaurazione del genere umano. Ascoltate dunque senza esitare colui che ha tutta la mia compiacenza, di cui l’insegnamento mi manifesta, di cui l’umiltà mi glorifica, poiché lui è la Verità e la Vita (Gv 14,6). Lui è la mia potenza e la mia sapienza (1Co 1,24). Ascoltatelo, lui che riscatta il mondo col suo sangue…, lui che apre la strada al cielo col supplizio della sua croce. “